Il laboratorio teatrale come soluzione creativa ai problemi della città

Foto di cottonbro

C’è un approccio all’arte in generale e alle arti della scena che ha attraversato tutto il Novecento, dove è nato, è che è giunto ai giorni nostri. Si tratta di una realtà che da una parte è formativa per l’artista o aspirante tale, a livello teorico, e dall’altra gli permette di mettere le mani in pasta, di sperimentare soluzioni innovative e in contaminazione tra diversi linguaggi. Rispetto al corso istituzionale è un impegno più leggero perché non richiede dinamiche scolastiche di presenza per un certo numero di ore, ad esempio. Ma non per questo richiede meno impegno, soprattutto nell’esecuzione di esercizi che l’allievo nel suo interesse sviluppa per proprio conto o sul piano della ricerca di materiali, idee, ecc. Sto parlando dei laboratori di arti sceniche, la cui nascita si deve al più grande pedagogo di esse che è stato Stanislavskij.

Il suo Primo Studio è l’equivalente dell’atelier in altre discipline artistiche. L’ esordio ufficiale avvenne con l’American Laboratory Theatre a New York nel 1924 con Rikard Boleslavskij e Marija Uspenskaja, seguaci di Stanislavskij. Fu frequentato tra gli altri da Lee Strasberg, padre dell’omonimo metodo per attori, e da Stella Adler, tra le principali coach per attori di cinema del calibro di Robert De Niro ed altri. A questa formula del laboratorio si dedicarono anche Jerzy Grotowski ed Eugenio Barba negli anni ’60.

Il laboratorio per il teatro e per il cinema è una fucina straordinaria oggi per la maturazione dei talenti artistici soprattutto di coloro che per varie ragioni non possono frequentare corsi più o meno lunghi, hanno un altro lavoro che li assorbe per gran parte della giornata, sono in un’età in cui non sono ammessi nelle principali scuole di recitazione. Ma sono validi luoghi di gioco “al come se” anche per giovani, adolescenti e bambini.

Per ciò che mi riguarda debbo ad essi buona parte della mia formazione come attore e come scrittore per la scena. È in queste situazioni che tra l’altro nascono tra gli allievi stessi molto spesso dei progetti trasversali che mettono insieme diverse competenze tecniche ed artistiche. Appena ne ho l’occasione vado a frequentarne qualcuno e in passato anche io sono stato coah-formatore in questo tipo di proposte formative.

Proprio in questi giorni il comune di Spongano, in provincia di Lecce, sta promuovendo dei laboratori gratuiti per uno spettacolo creato dai ragazzi. Finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Giovanili è un modo creativo per rispondere alle criticità del territorio. Proprio su queste sto riflettendo e avanzando proposte in questo periodo con numerosi articoli.

Cosa pensi di questa proposta? Ti piacerebbe frequentarne uno? Rispondi nei commenti, grazie.

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