La super-coscienza della vita

Che cosa fai quando la vita ti pone di fronte a qualcosa di difficile da accettare, che cambia il tuo stesso stare nel mondo e che modifica per sempre il tuo corpo? Come puoi reagire, ad esempio, ad un aneurisma che ti paralizza una parte di esso? E se questo succede ad una persona a te cara, come un familiare, cosa fare per evitare di essere travolti dalla disperazione? Questo genere di domande mi girano nella testa da un mese circa, da quando ho accettato di dare un mio contributo all’evento dedicato alla Giornata Mondiale dell’Ictus curato dall’associazione Aura aps.

Ed ho avuto la straordinaria possibilità di sentire in tal proposito Leonardo Melle, vicecampione del mondo di triciclo, atleta paralimpico che fino all’estate del 2007 conduceva la sua vita piuttosto agiata da normodotato. Al Corriere della Sera ha raccontato un po’ di sé, di quella che è ora la sua seconda vita e della sua amicizia con Alex Zanardi. Gli ho fatto un’intervista che sarà proiettata domenica 30 ottobre 2022 durante l’evento di Aura. Una breve anteprima si può vedere sul mio canale TikTok.

Mi ha subito colpito mentre facevamo le reciproche presentazioni, prima dell’intervista, il fatto che dopo l’ictus lui è stato per due anni in uno stato di semi-incoscienza. Gli ho chiesto come si sentisse, cosa provasse e lui lapidario mi ha detto: «Giuse’, stavo rincoglionito» 🥴. Poi durante la nostra chiacchierata, che l’amica Debora Mele ha registrato e montato, me ne sono ricordato e ci siamo tornati su questo rincoglionimento. E lui ha confermato una mia sensazione, frutto un po’ di immaginazione e cioè di uno stato della coscienza diverso da quello quotidiano che, in qualche modo, lui porta ancora con sé. E in tal proposito mi è tornato in mente anche Jay Carter, rapper italo-americano da 20 millioni di visualizzazioni che una volta mi raccontò di come si risvegliò in un letto d’ospedale, dove era finito per una grave malattia, come sospinto da una voce che gli diceva: «Perché stai perdendo tempo? Alzati e dedicati al rap, la tua passione».

Ora la voglio sparare grossa. In particolari condizioni entriamo in contatto con uno stato che potremmo chiamare di super-coscienza che per alcuni può essere una condizione spirituale, per altri una esperienza di pre-morte e per altri ancora l’attivazione di certe aree del cervello 🧠 che in normali condizioni restano come sopite. Dopo questa esperienza è come se si entrasse in uno stato di grazia, che per taluni può essere divina, in cui la nostra mente e il nostro corpo conoscono un flusso spazio-temporale in cui le nostre performance ci riescono in modo più naturale e spontaneo. In questo consiste quel particolare dono che riconosciamo ad artisti, sportivi, manager ecc. Ed è forse in questo contatto con la fonte universale, potremmo dire, con una dimensione extra-quotidiana il segreto stesso, poi, della convivenza con la malattia, con l’infermità, con le paralisi.

Certo, questo non è sufficiente. Dopo occorre, tra l’altro, una accurata e lunga riabilitazione psico-motoria. E anche in questo Leonardo mi ha colpito per la sua tenacia di anni in tali terapie, per il suo continuo esercizio nell’esercizio nel senso che quando va con il suo triciclo e si prepara alle gare esegue anche delle attività per la mobilità della lingua e della faccia, sebbene abbia ormai recuperato quasi il cento per cento della mobilità della lingua 👅, per esempio, che per anni era rimasta piuttosto limitata nei movimenti.

Questo e altro ancora mi ha raccontato in una conversazione serena sulla quale ha influito, ne sono sicuro, anche la bella location del santuario di San Cosimo alla Macchia di Oria (Br), scelta dall’amica Debora. E invito a partecipare all’evento e a vedere il video dell’intervista domenica 30 Ottobre presso il Teatro della Chiesa di san Barsanofio a via Luigi Cadorna ad Oria, a partire dalle 17:30.

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