Come prevenire un ictus? Che cosa fare quando si verifica? E come convivere con le sue conseguenze? Se n’è parlato durante un evento che l’associazione Aura aps ha tenuto ieri, Domenica 30 Ottobre 2022, ad Oria (Br). Per me è stata un’utile occasione, da una parte, per riflettere sull’afasia degli artisti e, dall’altra, per approfondire un po’ quella che potremmo chiamare la super-coscienza della vita. Ora vorrei qui fissare cinque punti essenziali emersi durante la serata e che possono servire a prevenire le ischemie, ad essere tempestivi e ad approcciarne le ripercussioni, ad ogni livello.
- Lo stile di vita. Il dottor Augusto Rini che si presenta in tuta, dopo essere andato a correre. Il primario della Stroke Unit (Unità ospedaliera specializzata nella cura dell’ictus) del Perrino di Brindisi ci ha così ricordato come al centro della salute sia il nostro modo di vivere, il prendersi cura di sé stessi, il volersi bene. E di conseguenza il dedicare del tempo a buone pratiche di esercizio fisico, di sana nutrizione, ecc. Se no ke parlamm’a fa’?
- Il colpo di fulmine, che non è quello dell’innamoramento. “Come un ulivo colpito da un fulmine in piena notte giaccio immobile” ha scritto in una sua poesia Karassiopoulos, pseudonimo di Antonio Carassi presente alla serata e che ha letto e commentato questo suo testo. L’ictus quasi sempre giunge, infatti, all’improvviso, e lascia immobili i pazienti in una qualche parte del corpo.
- La volontà di Dio che è sempre indirizzata al nostro benessere, mai alla sofferenza, se non per brevi periodi e per una misura ben sopportabile. Qui mi auguro che il senso del dolore cristiano sia salvo e pacifico. Ma questo mi è parso emergere dalle parole e dalla diverse citazioni di don Francesco Sternativo, parroco di san Francesco di Paola, nella cui sala si è tenuto l’evento, e assistente diocesano dell’Azione Cattolica. Ha pronunciato una frase che lui sconsiglia di dire di fronte a qualsiasi malato: “facciamo la volontà di Dio”. Essa, infatti, è per la nostra elevazione umana e spirituale che è altra cosa rispetto all’obnubilazione che certe malattie comportano.
- La comprensione e l’uso del linguaggio di chi ha recuperato dopo un ictus che si organizza in modo diverso da chi non ha mai avuto questi attacchi. Uno dei testimoni, Giampiero Andriulo, assistito dalla logopedista Anna Isabella Pinto, ci ha rivelato che per lui la comprensione è organizzata un po’ come per chi sta iniziando a studiare una lingua straniera: si ricostruisce il senso della frase attraverso qualche parola che si riesce a carpire.
- Il tempo è cervello, come ha ricordato la dottoressa Enza Pinto. Se qualcuno è colpito da un attacco ischemico bisogna evitare il fai da te accompagnando la persona in macchina in ospedale. Occorre invece chiamare subito il 118, evitando tra l’altro, così, il triage del Pronto Soccorso. Il personale riconoscerà il caso e lo indirizzerà all’ospedale più vicino che abbia la Stroke Unit, che non è presente, al momento, in tutti i nosocomi. È essenziale che un aneurisma venga trattato in modo adeguato al massimo nelle quattro ore successive per andare incontro ai migliori esiti possibili. E quindi ogni perdita di tempo va evitata.
Per l’occasione è stato anche realizzato un pieghevole che spiega in modo semplice ed essenziale cos’è l’ictus, come prevenirlo, come riconoscerlo e che cosa fare se si dovesse verificare. Lo si può scaricare da qui in pdf.
E tu hai mai avuto a che fare con patologie come questa? Qual è la tua esperienza? Che cosa suggeriresti? Parlane nei commenti, può essere di grande aiuto agli altri. Grazie!