Ti è mai capitato di sentirti sopraffatto dagli impegni, con mille cose da fare e nessuna idea da dove iniziare? Marco, un libero professionista con una carriera solida, una famiglia e tanti progetti in corso, ha vissuto questa sensazione per anni. Ogni giorno ha accumulato compiti, ha cercato di gestire troppe cose contemporaneamente e, nonostante la buona volontà, ha finito sempre per sentirsi in ritardo, stressato e frustrato.
Ha provato a risolvere il problema con agende, app di produttività e liste di cose da fare, ma nulla ha funzionato davvero. Il motivo? Non era la gestione del tempo il vero ostacolo, ma il modo in cui si raccontava la sua difficoltà.
Marco si ripeteva spesso frasi come: “Non sono capace di organizzarmi”, “Non ho tempo per pianificare”, “Ho provato di tutto, ma nulla funziona con me”. Questo modo di pensare ha creato un circolo vizioso che ha alimentato ancora di più il caos.
Quando ha scoperto il Problem Telling, ha capito che non bastava cercare strategie di produttività: doveva cambiare il modo in cui percepiva e raccontava la sua situazione. Attraverso questo metodo ha imparato a trasformare il suo problema in una storia diversa, con lui come protagonista e non più come vittima.
In questo caso studio vedremo come ha ribaltato il suo approccio e ha trovato una soluzione efficace per la sua disorganizzazione.
La Soluzione: Il Metodo del Problem Telling
Quando Marco ha scoperto il Problem Telling, ha capito che il suo vero ostacolo non era la mancanza di tempo, ma il modo in cui si raccontava il problema. Per anni aveva vissuto con la convinzione di non essere una persona organizzata, alimentando un circolo vizioso di stress e frustrazione.
Il Problem Telling unisce il Problem Setting – ovvero la capacità di definire chiaramente un problema – con lo Storytelling, che permette di trasformarlo in una narrazione utile. In pratica, anziché vedere la disorganizzazione come un difetto personale, Marco ha iniziato a trattarla come una sfida da superare, esattamente come un protagonista affronta il suo antagonista in un film.
📌 Il primo passo è stato cambiare il linguaggio.
Ha smesso di dire “Sono disorganizzato”, sostituendolo con “Sto migliorando la mia organizzazione”. Ha capito che il problema non era lui, ma il metodo che usava.
📌 Il secondo passo è stato riscrivere la sua storia.
Si è immaginato come il protagonista di un film: lui doveva affrontare un antagonista – la sua vecchia disorganizzazione – con l’aiuto di un alleato, cioè le nuove tecniche che stava apprendendo.
📌 Il terzo passo è stato agire in modo concreto.
Ogni giorno ha iniziato a vedere le piccole azioni di pianificazione come strumenti di libertà, anziché come obblighi. Il suo mindset è cambiato, e con esso il suo approccio alla gestione del tempo.
Da quel momento, la sua produttività è migliorata senza sforzo, solo grazie al cambiamento della sua narrativa interiore. 🚀
Il Caso Pratico: Come Abbiamo Applicato il Problem Telling
Dopo aver capito l’importanza di cambiare la narrazione, Marco ha iniziato a mettere in pratica il Problem Telling, trasformando il nuovo approccio in un’abitudine concreta. Il nostro obiettivo era chiaro: passare dalla confusione alla chiarezza, con un metodo pratico e sostenibile.
📌 Identificare il problema con precisione
Il primo passo è stato riformulare il problema. Marco inizialmente diceva:
❌ “Non riesco a organizzarmi, ho troppe cose da fare.”
Abbiamo riscritto questa frase con un approccio più costruttivo:
✅ “Sto imparando a gestire meglio il mio tempo con nuove strategie.”
Questa piccola modifica ha avuto un impatto enorme, trasformando la percezione del problema da blocco a sfida gestibile.
📌 Definire i ruoli nella sua storia
Per rendere il cambiamento più efficace, abbiamo creato un quadro narrativo:
- Protagonista: Marco, che vuole migliorare la sua organizzazione.
- Antagonista: La procrastinazione e il caos mentale.
- Alleato: Gli strumenti di gestione del tempo e le tecniche che stava apprendendo.
- Sfida: Passare dal disordine alla chiarezza attraverso nuove abitudini.
📌 Tradurre la narrazione in azioni concrete
Una volta ridefinita la storia, abbiamo introdotto tre strumenti pratici:
- Mappa mentale per visualizzare impegni e priorità.
- Matrice di Eisenhower per distinguere tra attività urgenti e importanti.
- Lista di tre priorità al giorno per evitare il sovraccarico.
📌 Monitoraggio e svolta
Marco ha iniziato a tenere un diario per tracciare i progressi. Dopo una settimana, ha notato un cambiamento: si sentiva meno sopraffatto e più in controllo delle sue giornate. Il momento di svolta è arrivato quando ha smesso di procrastinare, dicendo: “Se mi organizzo, avrò più tempo per ciò che amo.”
La pianificazione non era più un peso, ma uno strumento di libertà. 🚀
I Risultati Ottenuti
Dopo alcune settimane di applicazione del Problem Telling, Marco ha iniziato a vedere risultati tangibili. Non è stato un cambiamento improvviso, ma un processo graduale che ha trasformato il suo modo di gestire il tempo e affrontare le giornate.
📌 Maggiore Chiarezza Mentale
In passato, Marco si sentiva soffocato da una lunga lista di cose da fare senza priorità definite. Ogni attività sembrava urgente, ma il caos mentale gli impediva di capire quali fossero davvero importanti. Dopo aver applicato il Problem Telling, ha imparato a identificare meglio gli impegni chiave e a eliminare le distrazioni. Il risultato? Più lucidità e meno ansia nella gestione del lavoro.
📌 Riduzione dello Stress e Maggiore Controllo
Prima, Marco affrontava le giornate con la sensazione di dover rincorrere il tempo. La sua mente era sempre in allarme, temendo di non riuscire a completare tutto. Ora, grazie al nuovo approccio, ha smesso di considerare l’organizzazione come un peso e ha iniziato a vederla come un’alleata per il suo benessere. Di conseguenza, ha ridotto il senso di frustrazione e ha acquisito più fiducia nelle sue capacità di gestione.
📌 Azioni più Efficienti e Mirate
Uno dei cambiamenti più evidenti è stato il passaggio da un comportamento reattivo a uno strategico. Prima si muoveva senza una chiara direzione, affrontando i compiti nell’ordine in cui arrivavano. Ora, grazie all’uso della matrice di Eisenhower e della lista delle tre priorità giornaliere, ha imparato a focalizzarsi su ciò che davvero conta, risparmiando tempo e fatica.
📌 Un Mindset più Positivo e Proattivo
Il linguaggio interno di Marco è cambiato radicalmente. Frasi come “Non ho tempo, non riesco a organizzarmi” sono state sostituite da “Ogni minuto che dedico alla pianificazione mi fa risparmiare ore dopo”. Questo piccolo cambiamento mentale ha avuto un enorme impatto sulla sua motivazione e sul suo senso di controllo sulle giornate.
📌 La Prova Concreta: Una Settimana Senza Caos
Per testare il nuovo metodo, Marco ha pianificato un’intera settimana lavorativa utilizzando il Problem Telling.
✅ Ogni sera ha dedicato 10 minuti alla pianificazione del giorno successivo.
✅ Ha evitato di dire “Non ho tempo” e ha imparato a sfruttare meglio anche le pause.
✅ A fine settimana, ha completato il 30% in più di attività rispetto al solito, con meno fatica e meno stress.
➡️ Conclusione: Il Problem Telling non solo ha migliorato la sua organizzazione, ma ha trasformato il modo in cui affronta le sfide quotidiane. Non era più un problema di tempo, ma di narrazione interiore e strategia. 🚀
Prossimi Passi
La storia di Marco dimostra come il modo in cui raccontiamo i nostri problemi può trasformare radicalmente il nostro approccio alla vita. Non si trattava solo di migliorare la sua organizzazione, ma di cambiare la prospettiva da cui osservava e affrontava la sua difficoltà.
Attraverso il Problem Telling, ha imparato a trasformare il caos in una strategia chiara e ad adottare un linguaggio che lo aiutasse a progredire invece di bloccarsi. Il cambiamento è stato concreto: meno stress, più efficienza e una maggiore sensazione di controllo sulla sua giornata.
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