Qualsiasi corso ha un programma prestabilito con indicazioni precise sulle materie oggetto di approfondimento. Cosa si studia a scuola di recitazione è dunque un insieme di elementi o di indicazioni che serve ad orientare chi vuole iscriversi. In due precedenti articoli abbiamo già visto che cos’è la recitazione e a cosa serve. In questo post cercheremo di capire in pratica cosa si fa, cosa avviene durante le lezioni.
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A cosa serve la recitazione
A cosa serve la matematica si chiede uno studente svogliato o curioso che sia. A cosa serve la religione potrebbe chiedersi un ateo con connessa voglia di abolirne l’insegnamento nelle scuole oppure un credente in vena di approfondimenti. Ma a cosa serve la recitazione se lo chiede chi magari è in procinto di iscriversi ad un corso per attori. Nel precedente post abbiamo spiegato cos’è quest’arte, in cosa consiste. In questo articolo invece accenniamo alla sua utilità.
Continua a leggereChe cos’è la recitazione: tre falsi miti su di essa
Prima di tutto è una brutta parola! Se vogliamo capire che cos’è la recitazione rendiamoci conto che di fronte a una persona falsa si è soliti dire che sta recitando una parte, che si vede che mente. Lo sapeva bene Thomas Milian, noto al pubblico italiano soprattutto per “Er Monnezza”. Pare che abbia affermato
Continua a leggereVengo dall’Actors Studio: io non recito, non inganno il pubblico. Mi identifico nei personaggi. Oggi come allora vivo come loro, sono loro. Per questo Tor Marancia è ancora il mio quartiere preferito.
Breve viaggio in una città del Medioevo
Le rievocazioni basate sul Medioevo sono di moda oggi. Un po’ ovunque si assiste a cortei, tornei, feste, commemorazioni di battaglie, pali, ecc. E si ha un po’ la sensazione che in quell’epoca ci fosse un quotidiano turbinio di eventi, scontri tra cavalieri, musica per strada ecc. Che ci fossero molte feste, insomma, che si protraevano per tutta la notte, come avviene oggi in tante celebrazioni di fatti storici a volte veri e a volte inventati di quel periodo storico. Che ci fossero delle feste legate al Natale o alla Pasqua o ad altri momenti religiosi è indubbio. Anche se avvenivano con modalità diverse dalla rievocazioni odierne. Ma com’era la vita di ogni giorno in una città medievale? Quali erano le attività quotidiane? Com’era scandito il tempo?
Continua a leggereI miti di fondazione delle città e il loro racconto
Chi ha fondato Roma? Romolo che, secondo la leggenda, tracciò il primo confine della città. Il fratello gemello Remo lo scavalcò e fu quindi ammazzato. Quella che dunque diventerà la caput mundi ha il suo mito fondativo sul fratricidio. Nessuno può osare andare oltre il solco tracciato perché sarà giustiziato, fosse anche un consanguineo. Sembra così che il primato del diritto sia al sicuro. Roma nascerebbe dunque dal suo confine ed è cittadino chi ci sta dentro ed è escluso chi sta fuori. Ne argomenta Paolo Rumiz in Appia in una sua discussione con Aglaia McClintock. E tale citazione ci serve per introdurre una domanda: perché andiamo alla ricerca dei fondatori delle città?
Continua a leggereLa lettura di Dante di Carmelo Bene sulla Torre degli Asinelli
Carmelo Bene declamò la Divina Commedia dall’alto della Torre degli Asinelli, il 31 luglio del 1981 per commemorare l’anniversario della strage della stazione di Bologna. C’era una grande folla lungo tutta la via Rizzoli, forse centomila persone. Ci furono anche dei detrattori e la Rai rifiutò la diretta pubblica. Il successo però fu enorme. Fu un evento storico memorabile come riporta la pagina di Wikipedia ad esso dedicata. Bene fece una singolare dedica quella sera affermando:
Continua a leggere«Dedico questa serata, da ferito a morte, non ai morti, ma ai feriti dell’orrenda strage».
Francesco D’Assisi e Federico II
Francesco D’Assisi è stato davvero un giullare, cioè un attore di strada medievale, che ricorreva nelle sue predicazioni a tecniche affabulatorie e d’intrattenimento. Si autodefinì giullare, questo è certo, andando contro l’editto di Federico II che metteva al bando questo tipo di figure. L’imperatore infatti non amava la satira, come dimostrato dagli studi sulla scuola poetica siciliana. Nel suo Contra Joegulatores Obloquentes invitava a insultare e bastonare i giullari.
Continua a leggereCome e perché organizzare una rassegna di corti teatrali
Uno spettacolo teatrale per una serata è senz’altro una delle migliori scelte che si possono fare, ci sono almeno sette buoni motivi per vederlo. Tuttavia si potrebbe assistere invece ad una serie di corti che non solo rappresentano una scelta più varia ma che con il loro susseguirsi possono tenere più viva l’attenzione degli spettatori anche grazie al loro ritmo. Nel post di ieri parlavo dei corti teatrali spiegando cosa sono e come funzionano. Mi è stato chiesto in che modo poter organizzare una rassegna in cui presentarli al pubblico. E ho deciso di rispondere a tale domanda con questo articolo.
Continua a leggereI corti teatrali: cosa sono e come funzionano
Tutti o quasi conosciamo il cortometraggio, un film vero e proprio la cui durata è però limitata ad un massimo di trenta minuti. Meno noto è il corto teatrale che si sviluppa secondo la stessa logica e che può arrivare, in questo caso, a venti minuti. Così come il suo gemello cinematografico è abbastanza in voga grazie a numerosi festival. Entrambi sono un po’ figli dei tempi odierni. È raro e dificile che il pubblico a teatro resti per più di due ore oggigiorno, non siamo più abituati alle opere greco-romane che si prolungavano per molto più tempo. E poi ormai il nostro cervello è conformato dai tempi televisivi e più di recente da quelli dei social come YouTube prima e TitkTok dopo. Tanto che su quest’ultimo si stanno affermando i cosiddetti microfilm dalla durata di 30 secondi o di addirittura di 15. Ma di questi parlerò in un prossimo articolo.
Continua a leggereLa magia del teatro in casa propria
C’è una dimensione del teatro, un modo di sfruttarne lo spazio così tanto che i corpi e gli occhi di attori e spettatori si trovano a uno-due metri di distanza. Una modalità che si è affermata dal Medioevo in poi, che Dario Fo ha privilegiato ogni volta che ha potuto, e che oggi ha il suo naturale luogo di svolgimento negli spettacoli che gli attori fanno nei salotti di casa, a domicilio, presso l’abitazione del committente, di suoi familiari ed amici. È uno spazio di grande intimità nel quale chi assiste può vivere molto da vicino le emozioni e la magia del teatro. L’attore è quasi uno di casa. La sua performance trasforma i pochi metri quadrati di una stanza in un castello 🏰 in un campo di battaglia, in un 🏜 deserto, ecc. Potremmo definire questo tipo di evento come uno spettacolo in 4d.
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