Come ti prepari per un casting, che sia su parte o con un pezzo tuo? Come lo affronti? Che cosa fai per fare una buona impressione ai provini? Oggi, nel nostro viaggio di 40 tappe attraverso le sfide e le soluzioni per gli attori emergenti, affrontiamo un capitolo cruciale: come dare vita a un personaggio attraverso dieci passaggi fondamentali. Questo articolo non è solo un altro tassello del mosaico, ma una chiave di volta che ti insegnerà a trasformare le parole scritte in emozioni palpabili e azioni memorabili.
La lettura della parte
1) Leggere lo stralcio con calma più e più volte, in silenzio. Trovare un luogo tranquillo dove farlo e vedere quali parole e frasi sentiamo che ci risuonano di più e ci offrono i primi elementi chiave per comprendere la parte. Poi fare delle ricerche per comprendere il contesto in cui ci si trova, chi sta parlando, i riferimenti, ecc. Occorre in questa fase comprendere quelle che sono le “circostanze date”: tutti quei dettagli del copione che sono stabiliti dall’autore e non possono essere cambiati dall’attore. Questi includono: la trama, ovvero la sequenza degli eventi così come sono scritti; l’ambientazione e cioè dove e quando si svolge la storia; i personaggi e quindi le loro personalità, background e relazioni come descritti dall’autore; il tema che è il messaggio o l’idea principale del pezzo; il linguaggio che si riferisce allo stile di scrittura, il dialetto o l’uso specifico delle parole.
L’idea di Stanislavskij era che, comprendendo pienamente queste circostanze date, un attore potesse immergersi meglio nel ruolo, rendendo la sua performance più autentica e credibile. In sostanza, le circostanze date sono il telaio su cui un attore tesse la propria interpretazione, rispettando i limiti imposti dal testo ma esplorando la profondità e la complessità del personaggio e della storia. Un po’ come tu fai nella tua vita: hai determinate circostanze, ma le interpreti e le vivi.
Il lavoro su sé stessi
2) Individuare il proprio obiettivo personale nel preciso momento della vita in cui ci si trova. In questa fase si mette da parte la sceneggiatura e con la massima onestà va individuato che cosa si desidera davvero. Come insegna Ivana Chubbuck ne Il potere dell’attore si deve trattare di obiettivi semplici come avere dei bambini o ritornare con la mia ex o restare vivo, ecc. Occorre che siano bisogni primari ed urgenti e che non abbiano a che vedere con il personaggio che si andrà ad interpretare.
3) Precisare l’obiettivo della scena. Una volta individuato l’obiettivo generale, complessivo, qual è il sotto-obiettivo che si può raggiungere? Facciamo degli esempi: se l’obiettivo è avere un lavoro come obiettivo della scena si potrebbe scegliere quello di far sì che tu mi dia un lavoro; se l’obiettivo è ottenere sicurezza per la scena come obiettivo potremmo scegliere far sì che tu mi aiuti a stare meglio.
4) Rilevare gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dei propri obiettivi. Tutti ne abbiamo e possono essere fisici, mentali, emotivi. Per esempio nel film Il Laureato la signora Robinson deve affrontare il possibile rifiuto, la paura che la figlia la scopra, la paura del ridicolo ecc.
5) Trovare una sostituzione per il partner di scena e scrivergli una lettera. I partner della scena in genere sono degli sconosciuti dei quali nulla ci importa. Perciò reagire a ciò che dicono o fanno ci risulta freddo, distaccato. Se, invece, nell’altro riusciamo a vedere qualcuno che conosciamo bene e con il quale è rimasto qualcosa in sospeso allora la nostra recitazione si accende, specie se abbiamodi fronte una persona con la quale è rimasto qualcosa in sospeso. E in questa fase è bene riaccendere tutte le emozioni che si provano fissandole in una lettera, una sorta di diario emotivo, che indirizziamo a quella persona dicendole tutto ciò che proviamo.
Il lavoro sul personaggio
6) Studiare il carattere del personaggio individuandone pregi e difetti e sottolineandone il difetto madornale. Solo dopo aver fatto tutto il lavoro su se stessi si può davvero studiare il personaggio ricostruendone pregi e difetti, come insegna Marta Gervasutti in L’attore crea. All’interno di questi va capito qual è il suo principale difetto, ciò su cui cade sempre. E a questo punto trovare tutti i punti in comune con lui.
7) Delineare l’antefatto e le circostanze precedenti. Qui occorre chiedersi che cosa è avvenuto nelle scene precedenti? Che cosa si sono detti o fatti i persnaggi in precedenza? Che stato d’animo ha causato in loro tutto ciò?
8) Lavorare sugli oggetti interiori significativi. Se nella sceneggiatura sono nominati oggetti, luoghi, persone cambiarli tutti con altri elementi analoghi a noi familiari e che ci comunicano qualcosa.
9) Lavorare sulle battute e sulle azioni individuando mini-obiettivi, tattiche e strategie per conseguirli.
10) Provare e riprovare ed eventualmente rivedere tutto il processo cambiando gli obiettivi e di conseguenza tutto il resto.
Fatti aiutare
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