Domeniche d’Azzurro a Roma

Domeniche d’azzurro in città. Che poi, per fortuna, non è una città qualunque, è Roma, dove comunque sembra di stare al mare. Qui turisti con i cappelli di paglia, ragazze con il top, bambini con il broncio, coppie, trans, bus scoperti, grattachecche e bangladini che ti vendono grapppoli d’uva, patatine e bottigliette d’acqua ti danno l’impressione della perenne vacanza, del relax a tanto all’etto, anche se tutt’intorno l’afa si sente e come!

Ce penzi de meno

Ma tra basiliche, negozi che sparano a tutta forza aria condizionata, i nasoni, gelati e granite in qualche modo te la cavi. E poi mentre guardi il Colosseo, le fontane, la cupola e il colonnato di San Pietro, sapendo che Bergolio è là e non va in vacanza a Castelgandolfo come Ratzinger e Wojtyła, gli obelischi, Trinità dei Monti, al caldo ce penzi de meno.

Er tempo che fu

Così fissi le poche botticelle con gli schiumanti cavalli rimaste e pensi a un tempo che non hai vissuto ma che certi film co’ ‘a sora Lella e certi stornelli ti hanno raccontato. Pensi a Chitarra Romana, a Nun ce vojo sta mentre scorrono i titoli di coda dei film con Thomas Milian, a Rugantino, a Gabriella Ferri, a Claudio Villa, a Lando Fiorini…

Nun ce sta’…

Il paradiso trasteverino ripeteva spesso mio zio, anche se ora fra i tanti locali e le pantegane sembra meno paradiso. Eppure eccoli gli immancabili giapponesi, i tedeschi, gli indiani, i latino-americani scansare la monnezza maleodorante e strabordante da cassonetti e cestini. Il sindaco Gualtieri sta reclamizzando un po’ ovunque il nuovo e più capiente cestino, promettendo che ne installerà 8.000 per tutta la città. Lo hanno chiamato Cesto’ ma per ora ancora nun ce stà, speramo che arriva…

Er prete

Magari tra un poco arriva pe’ davero come arriverà la fine dei lavori a Piazza dei Cinquecento e la fine del restauro delle fontane di Piazza Navona. Anche se poi ci saranno sempre altri cantieri, che qui sono infiniti. Domeniche d’Azzurro quindi a Roma dove a differenza della canzone di Paolo Conte un prete per chiacchierare ci starebbe anche perché ne trovi tanti religiosi in giro confusi tra i turisti. A volte sono i più nottambuli, a gruppi di 4 o 5, con tanto di gelato in mano. Sembrano allegri ragazzini in libertà scappati da chissà dove…

A Sant’Andrea

Intanto te piji er fresco a Sant’Andrea della Valle, con il sottofondo dei canti gregoriani, co’ quelli che fanno foto e video allo specchio che riflette la volta. Davanti a te ce stà sta pala d’altare con un vecchio somigliante a Pietro che viene crocifisso su una X invece di una croce latina. Quell’altro lo hanno crocifsso a testa in giù. C’avevano la fissa i romani con le crocifissioni. Stavano sempre lì a inchiodare qualcuno. O a martirizzare chi professava una religione diversa.

La nevicata

Ora in quei luogi di martirio ci sono grandi chiese, flussi di pellegrini, messe, rosari, visite guidate, vigilanza armata, turiste che prendono uno scialle e si corpono le spalle nude. C’è anche qualcuna che mette il velo, fa il segno della croce, bacia i santi, si genuflette. C’è qualche suora anche, qualche prete con lo zaino, il guardiano-custode in fondo, vicino al’uscita. L’effetto del fresco però dopo un po’ cala, fa di nuovo caldo pure qui, serve il ventaglio. Ci vorrebbe ora la nevicata miracolosa di Papa Liberio…

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