Lisa reclama la sua mamma e vive in Venezuela. È figlia di una mia amica che si trova in Colombia, invece, per lavoro. Insieme alla sorella e al fratello è stata affidata alla nonna che però è molto malata. Lisa, a sei anni, chiede alla madre di trovare un “remedio” per quella che chiama “mamàn”, dicendo nei suoi messaggi vocali che da un momento all’altro può morire. E chiede a sua mamma come farà per andare a scuola, dal momento che già ora quasi non ci sta andando.
Da quando ho saputo questa storia i miei occhi continuano a versare lacrime di commozione. Questa ragazzina mi mette di fronte alla forza della vita di chi da bambino reclama amore, presenza dei genitori, il diritto ad andare a scuola. Lisa, con le parole che la sua stessa mamma mi ha fatto ascoltare, mi sta insegnando tanto, a partire dal fatto che i bambini vogliono vivere, desiderano il loro futuro e si preoccupano anche per chi sta loro intorno. Infatti la prima cosa che ha chiesto alla madre è di curare la nonna malata. Questa è la base della vita, l’energia primordiale, ciò che è bene alberghi nel fondo del nostro cuore.
La storia di Lisa mi ricorda una canzoncina che spesso la mia ex moglie, anche lei latina, canticchiava spesso e che diceva così:
Il ragazzo robot lo disse alla nonna
Per caricarlo per andare a scuola
La nonna gli disse di stare fermo
La corda solleticò il nipote
Il testo di El Niño Robot parla di un bambino-robot che vive insieme a sua nonna e che lei ogni mattina gli dà la corda e mette l’olio nei suoi meccanismi perché posso incamminarsi verso la scuola. Una storiella, questa, se vogliamo un po’ alla Libro Cuore di De Amicis. Il primo libro su cui la mia compianta mamma mi faceva esercitare nella lettura quando stavo imparando a leggere. E che ci ricorda quanto sia importante per i bambini andare a scuola. Lisa, la figlia della mia amica, se ne rende conto già a sei anni e ripete a sua mamma in ogni messaggio che vuole andarci tutti i giorni.
Malala, una giovane ragazza pakistana, ha lottato per il diritto all’educazione femminile nel suo paese, nonostante le minacce e l’opposizione dei talebani. Dopo essere stata gravemente ferita in un attentato mentre tornava da scuola, Malala ha affrontato il terrore. Ha usato la sua esperienza per diventare un’attivista globale per l’istruzione, parlando in fori internazionali, inclusa l’ONU, e diventando la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace.
La sua storia è un esempio ispiratore di come, nonostante gravi avversità e pericoli, un bambino possa persistere nella ricerca di diritti fondamentali come l’istruzione, ispirando un movimento globale per il cambiamento. Malala, con la sua resilienza e determinazione, rappresenta la forza e la speranza di molti bambini nel mondo che, come Lisa, cercano di superare le sfide e lottano per un futuro migliore.
E noi adulti cosa facciamo invece? Che mondo abbiamo creato? Un posto dove tanti, troppi bambini sono malnutriti, orfani, malati, soli, abbandonati, mutilati… È forse il caso qui di ricordare come in Matteo 19:14 Gesù dice: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a loro appartiene il regno dei cieli”.
La storia di Lisa tocca il cuore e ci chiama all’azione. Nel mio ruolo di artista e narratore, mi impegno a portare queste storie sul palco e sullo schermo, dando voce a chi non può parlare. Ti invito a unirti a me in questa missione: supportiamo insieme il teatro e il cinema impegnati, partecipiamo a progetti che raccontano le realtà dei bambini come Lisa, contribuiamo a dare loro speranza e visibilità. Insieme possiamo fare la differenza, trasformando la nostra arte in un ponte verso la comprensione e il cambiamento. Unisciti a questa causa, affinché ogni bambino abbia la possibilità di una vita migliore, piena di amore, istruzione e cura.