Il teatro che grida da tetti e balconi

Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti dice Gesù nel vangelo di Matteo. E i teatranti la loro voce la fanno sentire dai tetti, appunto, e dai balconi. Sono tanti gli artisti e i gruppi che hanno colonizzato questi spazi alla ricerca di nuovi modi per far incontrare attori e spettatori, complice la pandemia e la relativa gestione dei contatti tra le persone. Così Concita De Gregorio e Sandra Toffolatti a Roma hanno dato vita, ad esempio, a spettacoli sui tetti e nei cortili. E al Rione Sanità, a Napoli, invece i balconi popolari diventano teatri.

E se questi gesti sono necessari in realtà cittadine super-abitate lo sono ancora di più nei piccoli centri del sud. In tal proposito ho già parlato di un teatro che ci manca e che si può fare soprattutto nei piccoli centri. Ho anche indicato tre problemi sociali che le arti della scena possono aiutarci a risolvere. E il percorso che sto indicando inizia a fare notizia. Due giorni fa ne abbiamo anche parlato con gli amici di Idea Radio.

Qui voglio, ora, spendere due parole sulla necessità che i teatranti gridino, predichino persino, dai tetti dei centri semi-abbandonati del Salento, della Campania, della Calabria, ecc. O che richiamino, se vogliamo, come il muezzin la gente che continua ad andare via. Abbiamo bisogno che la vita rinasca laddove ci sono sempre più calcinacci e case pericolanti, anziani costretti a barricarsi in casa con delle inferriate e che spesso muoiono da soli dimenticati da tutti. Questi spazi ora territorio di baby gang debbono e possono essere recuperati, rivitalizzati, rinnovati nella loro vocazione allo spettacolo, al turismo e all’inclusione. In tal senso ho fatto un elenco di dieci idee per spettacoli teatrali alternativi e di successo.

Le arti della scena, performative più in generale, sono sempre più richieste da turisti internazionali e interni, hanno una loro forte e crescente domanda ed è quindi pensabile per un gruppo di persone nel più sperduto centro dell’entroterra di farne un business. Qualcosa di analogo a ciò che sta già succedendo con Hell in The Cave nelle Grotte di Castellana.

Cosa occorre per cominciare? Qualcosa di molto semplice e paradossale: le parole. Anche per questo ogni giorno o quasi sto pubblicando un nuovo articolo in questo blog su tali temi. E sto ricevendo l’attenzione di tanti che si sta già trasformando in alcuni progetti che divulgherò presto. Ti piacerebbe saperne di più? Ti basta contattarmi. Ti invito anche a lasciare un tuo pensiero qui nello spazio dei commenti. E pensa alla possibilità di fare una libera donazione di sostegno alle attività di questo blog. Grazie!

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Rosarita Rapino
Rosarita Rapino
2 anni fa

Molto interessante