Ultimamente mi sentivo un po’ vuoto dentro. Oltre alle mie passioni e a qualche attività pe campa’ ho pensato di darmi al volontariato. Dopo un bel po’ di ricerche ho trovato finalmente qualcosa di molto serio di cui occuparmi. Mi sono iscritto all’Associazione per il recupero degli sbandati dipendenti dalle essenze profumate dei detersivi. E subito, occupandomi del problema, mi sono accorto che io sono il primo a sniffare i detersivi per la lavatrice, quelli per i piatti, i lavapavimenti anche se il mio forte è lo spray per i mobili. Tu non puoi capire quanto è inebriante e che viaggi che mi sono fatto con le micro-bollicine. Un giorno in casa era finito tutto e avevo buttato ogni confezione. Per giunta erano ormai chiusi tutti i negozi. Per farmi la dose giornaliera ho infilato la testa nel cesso per annusare il Wc Net.
Pensavo di essere l’unico che si sballava in questo modo. Invece ho scoperto che lo fanno anche molte mie vicine. Queste si drogano a tal punto che, dopo aver respirato in casa ogni sorta di effluvio, vanno all’esterno della loro abitazione e iniziano a cospargere di sgrassatori profumati, di spray, di ogni tipo e di liquidi detergenti porte, finestre, persiane, maniglie, cassette delle lettere, cancelli, mattonelle, battiscopa, muri, serrature, citofoni. E quando hanno finito buttano secchiate di liquidi al 5% di acqua sulla strada. In questo modo è difficilissimo uscire da questa dipendenza. Perché tu sei in casa e sei tentato di odorare mettiamo le piastrine contro le zanzare d’estate. Allora decidi di uscire e ti arrivano zaffate di aromi che ti confondono e ti ubriacano.
Quindi decidi di lasciare il centro urbano e di dirigerti verso le campagne, per recuperare il rapporto con la natura ma soprattutto con la lucidità di mente. Fino a quando qualcuno di questi aromi sale di nuovo verso il tuo naso da tante confezioni di plastica messe strategicamente per non lasciare da sole anime vaganti come la tua. Esasperato torni in paese e decidi di chiedere aiuto a Dio andando in chiesa e pregando. Ma anche qui una sfilza di donne è intente a dare una lucidata al marmo del tabernacolo opportunamente armate di spruzzatori . Talmente ti entrano dal naso nel cervello le insistenti fragranze che una volta deve essermi venuta una sorta di overdose. Non so bene che mi è successo. Ricordo solo che di colpo credevo di esser morto perché la mia anima volava in cielo e davanti al grande cancello custodito da San Pietro c’era una pubblicità con un flacone su cui c’era scritto: Smacchia la tua anima con Dio Presto.
Ho anche scoperto che la pandemia ha acuito la situazione. Tante donne, ma anche moltissimi uomini chiusi in casa per così tanto tempo, hanno aggravato la loro dipendenza accostando per ore ogni giorno il loro naso ad anticalcari e ammorbidenti. Questi ultimi, poi, sono i maggiori responsabili di questa piaga sociale. Perché profumando i nostri indumenti in pratica siamo drogati 24 ore su 24 senza accorgercene. Ormai siamo talmente fatti tutti quanti che se mettono Raoul Bova accanto a Terence Hill in don Matteo nessuno va a Gubbio a cacciare a pedate la new entry, come farebbero le persone sane e lucide di mente. Anche se questo problema ce lo abbiamo da anni perché continuiamo a guardare uno che non si capisce quello che dice, che ha una voce anti-comunicazione. Almeno ai tempi di Bud Spencer lo doppiavano e qualcosa si capiva…
Ormai sono mesi che sono entrato nell’associazione. Mi ci hanno fatto persino presidente anche se la mia dipendenza, in realtà, sta peggiorando. Ho persino provato a usare detersivi ecologici ma le essenza di lavanda, di biancospino, di rosa canina del deserto dell’Arkansas in provincia di Varese frazione di Cade il bosco di sopra ma anche quello di sotto, mi tengono in pratica prigioniero. Ho provato a non lavare né casa né me stesso con bagnoschiuma e saponi per settimane ma ho finito per sniffare di nascosto al reparto detersivi del supermercato.
Facevamo anche delle riunioni in questa associazione ma ho dovuto sospenderle perché c’era gente che invece del profumo si cospargeva di Lysoform.
Qual è la tua esperienza di volontariato?