Sicuro che il tuo problema è che non ti sai organizzare? Che non hai capacità di pianificare la giornata e i compiti da svolgere? E se ti dicessi che sì, d’accordo, avere un buon programma e svolgerlo è importante ma che a monte di tutto questo c’è dell’altro? Insomma, e se il tuo problema fosse diverso da quel che credi? Esiste la soluzione al 90% dei tuoi problemi e ne parliamo in questo articolo.
Spesso siamo frustrati e persino stressati dal fatto che durante la giornata riusciamo a fare molto meno di quello che volevamo fare. E con il passare delle settimane e dei mesi molti dei lavori che intendevamo portare avanti restano incompiuti. E attribuiamo la responsabilità di questo alle nostre presunte scarse capacità organizzative. Almeno questo è ciò che crediamo.
Ne ho avuto la dimostrazione con una sessione di coaching avuta con un imprenditore che sto seguendo per fargli sviluppare le sue capacità di apprendimento e di problem solving. Abbiamo lavorato con lui con la tecnica dei Sei cappelli per pensare ad un suo problema specifico nel quale adduceva che aveva problemi di produzione che attribuiva al fatto che non riusciva ad organizzare i vari task aziendali per tempo.
Per chi non dovesse conoscere la tecnica dei Sei cappelli per pensare è bene sapaere che è stata inventata da Edward De Bono, meglio conosciuto per un’altra sua creatura come il pensiero laterale. Viene impiegata in svariati ambiti, soprattutto per discutere attorno ad un problema e trovare soluzioni innovative e creative. Ma può anche essere impiegata allo stesso scopo a livello individuale, come ho fatto io con Carmelo, nome di fantasia di questo imprenditore a cui faccio da coach. De Bono ci ha anche scritto su un libro in cui spiega per filo e per segno in che modo mettere in pratica il tutto.
Ebbene durante la seduta Carmelo ha snocciolato i fatti, i dati della sua azienda, le questoni sul tappeto. Ha analizzato, con il mio supporto, ogni aspetto che in potenza era rilevante. Abbiamo dato uno sguardo ad una molteplicità di fattori e sembrava che la questione dipendesse da un punto piuttosto che da un altro ma la verità faceva fatica a venire fuori. Sembravamo non venirne a capo, sopraffatti anche un po’ dalla stanchezza. Verso la fine del lavoro siamo passati alla generazione di nuove idee con l’artificio creativo della chiromanzia che io utilizzo spesso e che consiste nel leggere una parola a caso in un libro a caso.
È stata pescata la parola “Dinastia”. A quel punto gli ho chiesto di immaginare la sua impresa appunto come una dinastia. Ed allora si è lasciato andare alla fantasia, spronato dai miei interventi. È così riemerso un suo sogno, una sua visione ideale di ciò che in verità voleva fare all’inizio. Un qualcosa che nel tempo purtroppo si è perso per strada, a causa di tante questioni, per lo più dovute a come l’ambiente tratta i nostri grandi desideri: li abbatte, li distrugge, li cancella.
A quel punto gli ho detto: «Carmelo, il tuo problema è diverso da quel che mi hai raccontato all’inizio. È che hai perso l’entusiasmo, ecco perché le tue attività vanno a rilento. Nel tempo ti sei distaccato da ciò a cui tieni davvero e quindi eviti di dedicarti con cura e dedizione al lavoro aziendale».
Lo stesso accade un po’ a tutti noi. Anche io mi sono un po’ ritrovato in Carmelo per tutte quelle volte in cui mi lamento perché le cose vanno male. In determinate circostanze è facile puntare il dito verso gli altri. Riaccendere i propri sogni e le proprie speranze è più faticoso ma è la scelta migliore perché una serie infinita di problemi si risolvono da soli. È la cura delle cure, quella capitale, a monte di tutto.
Vuoi provarla anche tu? Prenota una chiacchierata gratuita con me e ne parliamo meglio.