La vita armata in paese

Photo by Ricardo Ortiz on Pexels.com

Qui si boccheggia nell’umidità. Sembra di essere in un paese tropicale. Il sudore è perenne, sulla pelle, e non va via nemmeno dopo venti docce. La ventola del pc sta per fondersi pure lei. Il paese è una giungla di cemento a cui aggiunge, ogni giorno, altro cemento. C’è sempre qualche camion betoniera pronto a gettarlo in qualche cantiere. Gli edili con martelli, chiodi, tavole e ferro son sempre pronti a costruire strutture in cui riversarlo. In ragione di un’edilizia pesante, per costruire case pesanti, dove vivere una vita pesante. Nemmeno in questi giorni vacanzieri c’è tregua. Più calcestruzzo per tutti sembra lo slogan di un’unica visione delle costruzioni dentro le quali ogni volta che si immette quella grigia sostanza un architetto da qualche parte nel mondo muore. Come muore il centro storico di Oria, sempre più abbandonato.

Volte a stella? Sì belle, tanta ammirazione ma le coppie giovani, dopo il matrimonio da due milioni di euro in qualche ristorante dove c’è la statua di Padre Pio accanto a quella di Elvis Presley, vogliono vivere nell’appartamento nuovo, dove le porte puzzano ancora di vernice, con il garage, gli infissi con doppi e tripli vetri. Sì belle le volte a stella, ma vuoi mettere lo stucco veneziano e la decorazione finta pietra? E poi con il suv nel centro storico manco ci passi. Vogliono la vita facile, con le case e le macchine pesanti.

Magari in centro ci vanno, in qualche bar in piano però. Niente salite, per carità. Il passeggino lo spingi tu sulle chianche. Quant’è bello sto paese! Da farci selfie e storie. Per carità, belli anche gli angoli che dei volontari hanno tinteggiato e adornato con fiori e oggetti di arredo urbano. Magari ad averci un b&b nel centro o un bar o un ristorante! Però con il parcheggio vicino. Perché senza parcheggio la gente come fa a venire? Ci facciamo venire i turisti. Li ospitiamo. Mettiamo la movida. Ma, per carità, a dormire, a vivere, a crescere i figli andiamo da un’altra parte, con il mutuo della banca, tanto abbiamo due stipendi: quello delle forze armate del marito e quello da maestra di lei. Il cemento diventa solido, armato, indistruttibile, o quasi. Questa è la sicurezza: i pilastri dell’abitazione e il posto fisso. Poi ci si può aggiungere il cane da portare a pisciare la sera, però piccolo, magari piccolissimo, un cane-topo, che mangi poco e che cachi degli stronzettini facili da raccogliere da terra.

Questa è la vita e giù a rigare dritto. Tanto ci sono ferie e malattia, nel caso, pagate. Il pediatra sempre a disposizione per i bambini, la macelleria a pochi isolati, il supermercato dove far bella mostra del suv comprato a rate. Poi magari ogni tanto si va in pizzeria ma bisogna far economia però. O si fa una passeggiata: si gira e si rigira, all’infinito, in macchina, ma piano che la benzina costa tanto. E quando facciamo l’amore, una volta ogni morte di papa per la verità, niente rumori e urli. Ma la villetta non è nuova e costruita con il cemento armato, isolata dalle altre? Sì, ma la cosa strana è che le urla di quando si scopa e si litiga e i bambini strillano, a volte in ordine sparso, si sentono dappertutto. Sono amplificate da questi casermoni nuovi. Non si può avere tutto dalla vita. Qualche sacrificio bisogna farlo. Magari però invece di tenere sempre accese i led della luce in casa si poteva fare qualche finestra più grande. Non lo so, il geometra dice che questo vuole il regolamento.

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