C’è sempre una seconda chance, un’altra possibilità nella vita? Un adagio popolare dice che c’è. Forse sì o forse no. Chi lo sa. A volte certe occasioni si ripresentano ed altre volte no ed è impossibile saperlo in anticipo. Il pericolo è che se si fa affidamento sul fatto che tanto quella ragazza prima o poi la rivedremo, che con quel regista o con quello scrittore capiterà che ci parleremo di nuovo, che quell’amico o quell’amica li ricontatteremo, può andare a finire che non avremo mai più occasione in realtà. E se ti dicessi che questa che stai avendo è l’unica possibilità nella vita?
Io ho perso moltissime opportunità nella mia vita per timidezza: cose che non ho detto in tempo, decisioni che ho rimandato, doni della vita che non ho colto. Ora va un po’ meglio perché me ne sono accorto e sto apportando compensazioni a questo modo di fare. Un po’ alla volta sto imparando, per esempio, a gustare momento per momento ciò che sto vivendo. Oppure mi muovo con un pizzico di coraggio in più. E sto imparando ad incassare i no e gli insuccessi. Però in un fantastiliardo di occasioni la mia voce interiore mi ha trattenuto, mi ha bloccato, ha cercato di proteggere il mio ego in qualche modo. Ed ogni volta la scusa era sempre la stessa: tanto ci saranno altri momenti migliori. Ora, il 90% delle volte questo non accade. E poi, perché passare una vita ad aspettare?
Il poeta latino Orazio scrisse:
Afferra il giorno, confidando il meno possibile nel domani.
“Carpe diem, quam minimum credula postero”
Quinto Orazio Flacco
Cosa accadrebbe se pensassimo in questa maniera? E cioè che c’è una sola ed unica possibilità e che mai più ci ricapiterà una situazione simile? Io credo che ce la giocheremmo al massimo delle nostre possibilità, che impiegheremmo al meglio le nostre capacità, che daremmo il meglio di noi stessi. E se questa diventasse un’abitudine? Ribalteresti una vita passata ad aspettare l’autobus successivo e salteresti all’istante su quelli che passano. Non fanno forse così quelli che sanno che resta loro poco da vivere? Ma perché farlo solo in questo caso?
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.
Questo ripete più volte Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, nella Canzona di Bacco. Ed è un lieto monito sul tempo che fugge, sul su repentino scorrere di esso sotto i nostri sensi e quindi sull’incertezza di ciò che sarà nel momento successivo. Hai un solo colpo in canna. Come lo usi? Verso chi o cosa punti?
A volte la pianificazione di più cose da fare nel tempo, di una serie di colpi ripetuti serve solo a rimandare quel che va fatto oggi, non domani e nemmeno dopodomani. Ci culliamo nell’illusione che ci vuole tempo, che non siamo pronti, che il buon senso ci dice di trovare le condizioni giuste, l’attimo giusto, ecc. Balle. Mentiamo a noi stessi. Auto-sabotiamo quel che può essere un successo. Per paura di fallire, di sentirci una nullità, di scoprire che non siamo così bravi come ci trastulliamo con le nostre pippe mentali.
Quali sarebbero i risultati di una serie di azioni compiute come se fossero le ultime? Di sicuro maggiori di quelli che abbiamo in media. Come sarebbe pensare che è l’ultima volta che calchi un palcoscenico? Che succederebbe se tu ora scrivessi il tuo ultimo post? Quali sarebbero le tue ultime parole per la donna o per l’uomo che ami? Vivresti una vita molto, molto più intensa vero? Perché non provarci? E se questa fosse la prima ed unica occasione che hai? Parlane nei commenti, grazie.