Hai mai pensato a quanto possa essere dissacrante una canzone orecchiabile? Ugolino, con il suo brano Ma che bella giornata (guardacaso quasi lo stesso titolo di un film di Checco Zalone), riuscì a farlo in modo magistrale. Due versi che lo dimostrano sono: “in sette minuti mi lavo la faccia e prendo il caffè con un po’ di focaccia” e il disilluso “m’illude che vivo e invece son morto”. Ugolino, cantautore italiano che è stato attivo negli anni sessanta e settanta, precursore di Rino Gaetano e Jannacci, usava melodie leggere per svelare con ironia l’assurdità della vita moderna. L’ho scoperto stamattina, sto ascoltando tutte le sue canzoni, e ne sono stregato. Perciò ora voglio parlartene.
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