Quanti tipi di recitazione esistono

Photo by Roberto Huczek on Unsplash.

Quanti tipi di recitazione esistono è una domanda che può avere una risposta sola perché tali tipi si restringono a uno solo: quello dell’attore che funziona in scena. C’è soltanto un tipo di recitazione dunque ed è quello del buon attore, che sa come far funzionare il suo lavoro a prescindere dal contesto in cui si trova. Le distinzioni, se vogliamo introdurle, possono essere utili a definire quest’ultimo, capire a chi è destinata la produzione per la quale ci si sta impegnando e quindi svolgerla al meglio. Ed ora ci soffermeremo su di esse. Faremo un breve excursus tra tipi di spettacolo, culture di riferimento e scopo delle rappresentazioni.

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Cosa si studia a scuola di recitazione

Foto di cottonbro.

Qualsiasi corso ha un programma prestabilito con indicazioni precise sulle materie oggetto di approfondimento. Cosa si studia a scuola di recitazione è dunque un insieme di elementi o di indicazioni che serve ad orientare chi vuole iscriversi. In due precedenti articoli abbiamo già visto che cos’è la recitazione e a cosa serve. In questo post cercheremo di capire in pratica cosa si fa, cosa avviene durante le lezioni.

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A cosa serve la recitazione

Foto di cottonbro.

A cosa serve la matematica si chiede uno studente svogliato o curioso che sia. A cosa serve la religione potrebbe chiedersi un ateo con connessa voglia di abolirne l’insegnamento nelle scuole oppure un credente in vena di approfondimenti. Ma a cosa serve la recitazione se lo chiede chi magari è in procinto di iscriversi ad un corso per attori. Nel precedente post abbiamo spiegato cos’è quest’arte, in cosa consiste. In questo articolo invece accenniamo alla sua utilità.

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Che cos’è la recitazione: tre falsi miti su di essa

Prima di tutto è una brutta parola! Se vogliamo capire che cos’è la recitazione rendiamoci conto che di fronte a una persona falsa si è soliti dire che sta recitando una parte, che si vede che mente. Lo sapeva bene Thomas Milian, noto al pubblico italiano soprattutto per “Er Monnezza”. Pare che abbia affermato

Vengo dall’Actors Studio: io non recito, non inganno il pub­blico. Mi identifico nei perso­naggi. Oggi come allora vivo come loro, sono loro. Per que­sto Tor Marancia è ancora il mio quartiere preferito.

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Il cinema e il teatro della messincena

Foto di Ben Collins su Pexels.

Alcuni lavori teatrali e cinematografici invece che essere spettacoli teatrali o film sono delle messinscene. E ci sono delle differenze tra questa e quelli. La mise en scène, come la chiamano i francesi, è una prima disposizione di attori, di movimenti scenici essenziali, con accenni di costumi, scenografia, make up e acconciatura. Nel cinema che non aveva tutti gli obiettivi e tutta la dotazione fotografica e tecnologica di oggi potremmo dire che per larga parte di quest’arte abbiamo assistito ad un cinema della messinscena. Per il teatro potremmo dire che vediamo sempre più a messe in scena per la stilizzazione delle scenografie, la pulizia di certi testi con personaggi sempre più ridotti, fino ad arrivare ai monologhi.

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Le tre dimensioni di una produzione artistica

Foto di Pixabay

Qualsiasi produzione culturale è bene che abbia tre dimensioni per essere completa e condivisa. Esse sono: gli scambi che essa genera, il piacere o divertimento o diletto di chi la genera e la interpreta e l’occupazione di tutte le figure che vi lavorano. Se ben calibrate permettono il successo e la piena soddisfazione economica. Esaminiamole tutt’e tre.

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Scena, cultura e nuova civiltà

Foto di Dina Nasyrova.

«Il teatro è cultura» ho sentito affermare dal sindaco della mia città ieri sera. Una frase, questa, che in genere viene declinata a seconda del contesto. Infatti possiamo dire che il cibo è cultura, che la moda è cultura ecc. Quindi guardiamo alla cultura come a un oggetto poliedrico, che ha tante facce. Ma di per sé che cos’è la cultura, che rapporto ha con le arti della scena e con le politiche amministrative? Mi chiedevo questo mentre il sindaco parlava anche perché ha anche aggiunto: «il teatro non deve esserci solo d’estate ma tutto l’anno». Allora forse vale la pena capire meglio il senso dell’affermazione che vorrei approfondire anche sulla scorta di una serie di articoli nei quali sto delineando il rapporto fra quest’arte e quella più recente del cinema con le piccole comunità.

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Il laboratorio teatrale come soluzione creativa ai problemi della città

Foto di cottonbro

C’è un approccio all’arte in generale e alle arti della scena che ha attraversato tutto il Novecento, dove è nato, è che è giunto ai giorni nostri. Si tratta di una realtà che da una parte è formativa per l’artista o aspirante tale, a livello teorico, e dall’altra gli permette di mettere le mani in pasta, di sperimentare soluzioni innovative e in contaminazione tra diversi linguaggi. Rispetto al corso istituzionale è un impegno più leggero perché non richiede dinamiche scolastiche di presenza per un certo numero di ore, ad esempio. Ma non per questo richiede meno impegno, soprattutto nell’esecuzione di esercizi che l’allievo nel suo interesse sviluppa per proprio conto o sul piano della ricerca di materiali, idee, ecc. Sto parlando dei laboratori di arti sceniche, la cui nascita si deve al più grande pedagogo di esse che è stato Stanislavskij.

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5 storie pugliesi da raccontare in scena o sugli schermi

Chiesa madre di Francavilla Fontana

Una volta la regione del tacco d’Italia veniva indicata come le Puglie, ben consapevoli, come si era, che la Puglia come entità è inesistente: sulla carta si sono segnate delle linee di confine che includono zone molto eterogenee tra loro per cultura, civiltà, paesaggio geografico, ecc. Entità come il Salento, la Murgia, la Terra d’Otranto e altre esprimono stratificazioni differenti, modi di esprimersi diversi da paese a paese in molte occasioni, ecc. Ed è quindi normale che da Foggia, che appartiene alla Daunia, e Lecce ci siano miriadi di storie più o meno popolari, più o meno colte, che attendono di essere raccontate. A volte qualcuno l’ha fatto e altre volte no. Io oggi voglio accennare ad un elenco di 7 storie tra le più mirabili e significative pronte per un romanziere, per un drammaturgo, per uno sceneggiatore e quindi per case editrici, produzioni teatrali e di cinema.

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Opere di teatro e di cinema su commissione

DALL· E 30/01/2024 10:33 – Un’illustrazione visivamente semplice e astratta che simboleggia il rapporto tra un committente e un artista nel contesto del teatro contemporaneo.

Spesso le storie sono commissionate a romanzieri, sceneggiatori e drammaturghi e poi realizzate e distribuite. Così come accade per l’architettura, per la pittura e altre arti anche nello storytelling c’è un committente e un artista incaricato. Di esempi ce ne sono tanti. Vediamo di farne qualcuno qui di seguito e di spiegare un po’ i rapporti che si instaurano tra committenti, produttori e artisti.

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