C’è un cinema in cui sul set non c’è il parrucchiere che fissa il capello fuori posto prima del ciak o in cui il make-up artist dà ogni tanto dei colpi di tampone sul viso. Nel quale la segretaria di edizione, sempre una donna tra l’altro, non controlla ogni sillaba pronunciata. Anche perché spesso la sceneggiatura nemmeno c’è. In questo mondo non si pratica nemmeno l’orario del sindacato degli attori e delle maestranze.
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Come l’attore vede il regista e come si rapporta con lui
Il film è opera soprattutto del regista, della sua visione, oltre che delle sue competenze in svariati campi come la sceneggiatura, la direzione degli attori, la fotografia, ecc. È lui il narratore per eccellenza nel cinema attraverso i suoi vari linguaggi. L’occhio del regista è dunque di capitale importanza e sono ben contento del contributo organizzativo che sto dando, insieme a tutto lo staff del Generation Film Fest, ad un evento che ha proprio questo titolo e al quale parteciperà il regista emergente Alessandro Zizzo. Presenterà un suo cortometraggio e dialogherà in merito ad alcuni registi che hanno fatto la storia del cinema. Ho allora pensato di scrivere un post su come vedo io, da attore, il mio lavoro con un regista, quale rapporto si instaura tra di noi. Parliamo, insomma, della collaborazione tra attore e regista e su come essa può funzionare al meglio. Tra l’altro di questo argomento si è occupato Michael Caine in un suo libro che io consiglio per la preparazione ai casting.
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