Storia di un’etichetta e di un riscatto

Ti hanno mai detto chi sei, prima ancora che tu lo decidessi? Certe parole pesano come macigni. A volte ti vengono appiccicate addosso fin da piccolo e diventano il marchio con cui il mondo ti riconosce. A scuola, per esempio, i bambini vengono divisi in “bravi” e “cattivi”. Quelli che fanno i compiti, che stanno seduti composti, che rispondono bene alle domande sono “i bravi”. Gli altri, quelli che non stanno mai fermi, che si distraggono, che rispondono male, diventano “i problematici”, “i discoli”, “quelli che non andranno da nessuna parte”. E più le senti, più cominci a crederci. Questa è la storia di un uomo che ha vissuto sotto un’etichetta per anni, fino a quando qualcosa è cambiato. Una storia ispirata alla liturgia di oggi, domenica 2 marzo 2025, che parla di identità, giudizio e trasformazione.

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Coincidenze e Destino

«È tutto scritto» mi sono sentito spesso dire da mia madre e da altre persone. «Ognuno di noi hai un destino» continuava lei, come sostengono anche alcuni. «Ma allora noi che ci stiamo a fare», pensavo io. E la nostra libertà che fine fa? Insomma, siamo o no artefici del nostro destino come pensò tra i primi Appio Claudio Cieco inaugurando un filone di pensiero che collega la storia di Roma a quella del Rinascimento e oltre?

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