Quanti tipi di recitazione esistono è una domanda che può avere una risposta sola perché tali tipi si restringono a uno solo: quello dell’attore che funziona in scena. C’è soltanto un tipo di recitazione dunque ed è quello del buon attore, che sa come far funzionare il suo lavoro a prescindere dal contesto in cui si trova. Le distinzioni, se vogliamo introdurle, possono essere utili a definire quest’ultimo, capire a chi è destinata la produzione per la quale ci si sta impegnando e quindi svolgerla al meglio. Ed ora ci soffermeremo su di esse. Faremo un breve excursus tra tipi di spettacolo, culture di riferimento e scopo delle rappresentazioni.
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Cosa si studia a scuola di recitazione
Qualsiasi corso ha un programma prestabilito con indicazioni precise sulle materie oggetto di approfondimento. Cosa si studia a scuola di recitazione è dunque un insieme di elementi o di indicazioni che serve ad orientare chi vuole iscriversi. In due precedenti articoli abbiamo già visto che cos’è la recitazione e a cosa serve. In questo post cercheremo di capire in pratica cosa si fa, cosa avviene durante le lezioni.
Continua a leggereA cosa serve la recitazione
A cosa serve la matematica si chiede uno studente svogliato o curioso che sia. A cosa serve la religione potrebbe chiedersi un ateo con connessa voglia di abolirne l’insegnamento nelle scuole oppure un credente in vena di approfondimenti. Ma a cosa serve la recitazione se lo chiede chi magari è in procinto di iscriversi ad un corso per attori. Nel precedente post abbiamo spiegato cos’è quest’arte, in cosa consiste. In questo articolo invece accenniamo alla sua utilità.
Continua a leggereChe cos’è la recitazione: tre falsi miti su di essa
Prima di tutto è una brutta parola! Se vogliamo capire che cos’è la recitazione rendiamoci conto che di fronte a una persona falsa si è soliti dire che sta recitando una parte, che si vede che mente. Lo sapeva bene Thomas Milian, noto al pubblico italiano soprattutto per “Er Monnezza”. Pare che abbia affermato
Continua a leggereVengo dall’Actors Studio: io non recito, non inganno il pubblico. Mi identifico nei personaggi. Oggi come allora vivo come loro, sono loro. Per questo Tor Marancia è ancora il mio quartiere preferito.
La lettura di Dante di Carmelo Bene sulla Torre degli Asinelli
Carmelo Bene declamò la Divina Commedia dall’alto della Torre degli Asinelli, il 31 luglio del 1981 per commemorare l’anniversario della strage della stazione di Bologna. C’era una grande folla lungo tutta la via Rizzoli, forse centomila persone. Ci furono anche dei detrattori e la Rai rifiutò la diretta pubblica. Il successo però fu enorme. Fu un evento storico memorabile come riporta la pagina di Wikipedia ad esso dedicata. Bene fece una singolare dedica quella sera affermando:
Continua a leggere«Dedico questa serata, da ferito a morte, non ai morti, ma ai feriti dell’orrenda strage».
Francesco D’Assisi e Federico II
Francesco D’Assisi è stato davvero un giullare, cioè un attore di strada medievale, che ricorreva nelle sue predicazioni a tecniche affabulatorie e d’intrattenimento. Si autodefinì giullare, questo è certo, andando contro l’editto di Federico II che metteva al bando questo tipo di figure. L’imperatore infatti non amava la satira, come dimostrato dagli studi sulla scuola poetica siciliana. Nel suo Contra Joegulatores Obloquentes invitava a insultare e bastonare i giullari.
Continua a leggereCome e perché organizzare una rassegna di corti teatrali
Uno spettacolo teatrale per una serata è senz’altro una delle migliori scelte che si possono fare, ci sono almeno sette buoni motivi per vederlo. Tuttavia si potrebbe assistere invece ad una serie di corti che non solo rappresentano una scelta più varia ma che con il loro susseguirsi possono tenere più viva l’attenzione degli spettatori anche grazie al loro ritmo. Nel post di ieri parlavo dei corti teatrali spiegando cosa sono e come funzionano. Mi è stato chiesto in che modo poter organizzare una rassegna in cui presentarli al pubblico. E ho deciso di rispondere a tale domanda con questo articolo.
Continua a leggereI corti teatrali: cosa sono e come funzionano
Tutti o quasi conosciamo il cortometraggio, un film vero e proprio la cui durata è però limitata ad un massimo di trenta minuti. Meno noto è il corto teatrale che si sviluppa secondo la stessa logica e che può arrivare, in questo caso, a venti minuti. Così come il suo gemello cinematografico è abbastanza in voga grazie a numerosi festival. Entrambi sono un po’ figli dei tempi odierni. È raro e dificile che il pubblico a teatro resti per più di due ore oggigiorno, non siamo più abituati alle opere greco-romane che si prolungavano per molto più tempo. E poi ormai il nostro cervello è conformato dai tempi televisivi e più di recente da quelli dei social come YouTube prima e TitkTok dopo. Tanto che su quest’ultimo si stanno affermando i cosiddetti microfilm dalla durata di 30 secondi o di addirittura di 15. Ma di questi parlerò in un prossimo articolo.
Continua a leggereLa magia del teatro in casa propria
C’è una dimensione del teatro, un modo di sfruttarne lo spazio così tanto che i corpi e gli occhi di attori e spettatori si trovano a uno-due metri di distanza. Una modalità che si è affermata dal Medioevo in poi, che Dario Fo ha privilegiato ogni volta che ha potuto, e che oggi ha il suo naturale luogo di svolgimento negli spettacoli che gli attori fanno nei salotti di casa, a domicilio, presso l’abitazione del committente, di suoi familiari ed amici. È uno spazio di grande intimità nel quale chi assiste può vivere molto da vicino le emozioni e la magia del teatro. L’attore è quasi uno di casa. La sua performance trasforma i pochi metri quadrati di una stanza in un castello 🏰 in un campo di battaglia, in un 🏜 deserto, ecc. Potremmo definire questo tipo di evento come uno spettacolo in 4d.
Continua a leggereLa cena con delitto e l’interazione tra attori e spettatori
Sempre più gioco e intrattenimento, aspetti ludici e teatro interagiscono tra di loro ponendo attori e spettatori a stretto contatto e in situazioni di sempre reciproco maggiore coinvolgimento. È da un bel po’ che gli attori sono usciti dai teatri e danno vita a visite turistiche teatralizzate ad esempio. A volte puoi trovare anche una compagnia di improvvisatori a cena i quali danno vita a un murder party, in Italia noto come cena con delitto. All’inizio della serata uno dei personaggi muore perché assassinato da un altro. Sta agli spettatori, spesso organizzati in gruppi, scoprire l’autore del delitto. Questi possono fare tutte le domande che vogliono ed esaminare ogni indizio o prova. Al centro della serata c’è dunque un giallo che può ispirarsi a quelli classici di Agata Christie ad esempio o può avere un’ambientazione storica o altre varianti ancora.
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